Con questa guida SEO su come scrivere articoli per un blog, desidero fornire alcuni consigli utili per la redazione di contenuti di qualità che siano anche apprezzati ai motori di ricerca come Google e Bing. Il blog è uno strumento di Web marketing molto utile, ma ovviamente è ospitato all’interno di un sito Web che deve essere a sua volta ottimizzato in ambito SEO. Se il tuo sito è realizzato con WordPress puoi leggere Guida SEO per WordPress, e se invece non lo fosse, puoi comunque utilizzare i medesimi principi di ottimizzazione in quanto valgono per qualsiasi altro CMS (PrestaShop, OpenCart, Joomla …).

In questo articolo però voglio concentrarmi sull’ottimizzazione SEO degli articoli, ovvero di tutti i contenuti che vengono più frequentemente scritti e postati all’interno di blog e sezioni news. Prima di iniziare con i suggerimenti SEO, voglio però ricordarti la prima regola aurea del Content Marketing:

“Scrivi sempre testi interessanti, originali e persuasivi per le persone e non preoccuparti dei motori di ricerca”.

Quando scrivi un contenuto testuale per il tuo blog non ti devi preoccupare di come Google lo leggerà, perché il tuo obiettivo è informare i tuoi utenti con articoli che siano davvero un valore aggiunto per loro. Quindi ciò che scrivi è molto più importante di come lo scrivi. Molto spesso potresti incontrare il termine SEO Copywriting che può essere forviante. Il lavoro del Web copywriter è scrivere testi potenti, ricchi di informazioni e dettagli, in grado di persuadere gli utenti Web verso determinati servizi, prodotti o idee. La SEO non è un sostituto fine a se stesso di questo lavoro, ma è una qualità, una capacità strategica ed organizzata del redattore nel saper ottimizzare le parole e tutto il layout dell’articolo a favore dei motori di ricerca.

Il mio scopo oggi non è insegnarti a scrivere, ma darti alcune dritte SEO su come ottimizzare il tuo testo (e tutto l’articolo) per valorizzare al meglio i tuoi sforzi redazionali. Questi consigli valgono indipendentemente dal CMS che utilizzi, quindi utilizza WordPress, Joomla, PrestaShop, OpenCart o il CMS che preferisci.

Se utilizzi WordPress esistono molti plugin che ti possono aiutare a fare alcune cose, ma non focalizzarti troppo sui loro suggerimenti. L’esempio più famoso è il semaforo di Yoast SEO. Questo plugin è davvero un prodotto utilissimo, nel senso che ha tantissime funzioni che ti aiutano a fare determinate ottimizzazioni che altrimenti richiederebbero più tempo. Premesso questo però il plugin fornisce tutta una serie di consigli che non devono ingabbiarti e limitare la tua creatività. Soprattutto all’inizio delle tue esperienze in ambito SEO, questi suggerimenti sono molto utili (se presi come linee guida generali), ma col tempo la tua esperienza ti permetterà di interpretare al meglio ogni consiglio in base alle esigenze del caso.

wp-plugin_Yoast SEO

Il famoso Semaforo di Yoast ha una fantomatica fama: osannato dai novizi, odiato dagli esperti. 🙂

Iniziamo… le parole chiave

Prima di preoccuparti della SEO devi essere assolutamente preparato sul settore di cui vorresti raccontare. Se devi scrivere un articolo sulle creme depilatorie per un centro estetico, è importante padroneggiare l’argomento specifico e anche l’ambito in cui questo argomento si sviluppa.

I motori di ricerca lavorano attorno alle parole chiave, ma non solo. Da molti anni si parla di Web semantico, ovvero gli algoritmi di Google e Bing contestualizzano gli articoli dei blog con moltissime altre informazioni che hanno a disposizione, creando una “rete” di dati che legano tra loro le informazioni stesse. Quello che desidero farti capire è che l’intelligenza artificiale che guida le scansioni, le indicizzazioni e il posizionamento dei motori di ricerca è molto più evoluta di quello che si creda.

Tornando alle parole chiave, il mio consiglio è quello di focalizzare un articolo su una specifica parola chiave. Ad esempio se desidero scrivere un articolo su come “ottimizzare le immagini con WordPress” (questa è la parola chiave), allora concentrerò tutto il testo su questo argomento. Se avevo in mente di scrivere anche un articolo su “come utilizzare Photoshop per le immagini”, allora quello sarà un secondo articolo. Non sto dicendo nulla di segreto, anzi, l’esempio più limpido è il sito di Salvatore Aranzulla (che sicuramente conosci) che “scompone” ogni consiglio/argomento in un singolo articolo.

Come trovare le parole chiave

Le parole chiave sono importanti ed è determinante costruire l’articolo “attorno” alla keywords. Nel Web ci sono moltissimi strumenti gratuiti per approfondire la conoscenza delle parole da utilizzare in un articolo. Vediamo di seguito qualche consiglio utile:

Google.it

Il primo aiuto arriva proprio dal motore di ricerca. In Google quando si scrive una parola chiave, il sistema “suggerisce” diverse alternative sia nell’Instant Search (anche se da quest’anno ha preso un nome diverso), sia in calce alla pagine con le parole correlate.

I suggerimenti di Google non sono statici, ma dinamici, nel senso che vengono costantemente aggiornati in base alle reali ricerche degli utenti ed a parametri connessi ad esse (come ad esempio la posizione geografica, il tipo di dispositivo utilizzato …). Questo significa che il motore “svela” come le persone stanno cercando determinati argomenti in quel periodo.

Google Trend

Un altro strumento molto utile, sempre fornito dall’azienda di Mountain View, è Google Trends, un sito “…che permette di conoscere la frequenza di ricerca sul web di una determinata parola o frase”.

Google Trends

Answer the public

Questo strumento Web è davvero originale, perché permette di “comprendere” le parole chiave attraverso le “mappe mentali” sviluppate dinamicamente attraverso le ricerche degli utenti nel Web. Visita il sito di Answer the Public.

Answer the public

Google Keyword Planner

Il Keyword Planner è il potente strumento di ricerca e analisi dedicato alle parole chiave del famosissimo Google Ads (ex Google AdWords). Nonostante sia stato progettato per le campagne Pay Per Click, risulta essere una soluzione efficace anche per chi desidera maggiori informazioni sulle ricerche in ambito SEO.

Google Keyword Planner

Neil Patel Ubersuggest

Ubersuggest è una piattaforma storica per la ricerca delle parole chiave, ma da quando Neil Patel l’ha resa Ubersuggest 2.0 le cose sono migliorare molto. Il metodo che ho sempre preferito per la ricerca delle KW è quello manuale, ovvero attraverso l’utilizzo di Google.it. Ubersuggest è uno suggest scraper, ovvero preleva tutte le varianti di una data parola chiave direttamente dal motore di ricerca. Sostanzialmente fa in pochi secondi un lavoro manuale molto più lungo.

Neil-Patel_Ubersuggest

Oltre agli strumenti appena elencati, esistono molte altre soluzioni (sia gratuite che a pagamento) per trovare maggiori informazioni sulle parole chiave, ma non voglio generare troppa confusione con una scelta eccessiva. Ciò che ritengo sia davvero importante capire è che la qualità delle parole chiave utilizzate negli articoli del blog è determinante per intercettare le persone giuste interessate ai nostri argomenti.

Creare ed educare un pubblico (potenziali clienti)

Intercettare le persone giuste” non è utilizzato banalmente, perché non è possibile scrivere per tutti e non avrebbe nemmeno senso. Quando si lavora nel marketing online è determinante capire chi siano gli utenti davvero interessati ai nostri prodotti/servizi. Di conseguenza, anche quando si scrive un articolo “ottimizzato per la SEO”, è determinante comprendere chi sia il lettore.

Generalmente si parla di pubblico, di nicchia, di audience, di target, o di buyer persona…, ma in sostanza è necessario capire e conoscere le esigenze, i desideri e le attitudini delle persone che potenzialmente possano essere interessate ai contenuti che stiamo realizzando nel blog.

Sdoganiamo subito un concetto fondamentale:

“Fare SEO non vuol dire essere in prima pagina. Significa creare contenuti di valore, (testi, grafiche, immagini e video), in maniera creativa ed informativa, ma anche strategica ed organizzata, che siano davvero un valore aggiunto per il pubblico che li segue”.

Altri elementi importanti gli utenti (e quindi per la SEO)

Se hai letto con attenzione questo articolo, hai capito che non esiste una regola assoluta su come deve essere scritto un articolo per un blog. Esistono però delle linee guida che possono aiutare a percorrere la strada giusta per portare a termine con successo la redazione di un articolo efficace. Tenendo presente quanto detto fino a qui in questo articolo e senza mai dimenticare che bisogna scrivere per gli utenti (esseri umani) ed ottimizzare per i motori di ricerca (software), desidero condividere le mie linee guida su come scrivere un articolo per il tuo blog.

Premetto (e ti ricordo) che per scrivere un articolo di successo devi:

  • conoscere bene l’argomento;
  • se non lo conosci, devi approfondire in maniera capillare;
  • conoscere i principi di Inbound Marketing

Per aiutarti ad approfondire quest’ultima voce ti segnalo la mia guida sul Web marketing che puoi leggere e scaricare gratuitamente dal mio sito Web. C’è anche una sezione dedicata alla SEO in cui approfondisco alcune tematiche importanti. Tra queste sicuramente merita una specifica attenzione l’uso delle parole chiave LSI (sostanzialmente i sinonimi e le parole correlate) e le longtail keyword (parole chiave a coda lunga).

Bisogna inoltre aggiungere che Google in primis, attraverso E.A.T. (acronimo di Expertise, Authoritativeness, Trustworthiness, ovvero Esperienza, Autorevolezza, Affidabilità) che è il sistema con cui il motore di ricerca valuta la qualità dei contenuti presenti sul Web, richiede una sorta di “garanzia” da parte dei content creator e blog dei propri contenuti.

Fondamentalmente Google vuole che i contenuti siano creati per rispondere alle domande degli utenti e/o risolvere il loro problemi. Quindi le pagine devono avere un fine utile per l’utente, basandosi:

  • Sull’Esperienza di chi crea il contenuto che deve dimostrare di possederne in relazione a quello che scrive.
  • Sull’Autorevolezza di chi scrive (inteso anche come sito) dove è determinante la capacità di farsi riconoscere come esperto dell’argomento su cui si sta creando contenuti.
  • Sull’Affidabilità che lega allo scopo per cui si creano i contenuti, garantendo la loro veridicità.

E.A.T. si connette direttamente ai contenuti YMYL (Your Money Or Your Life), ovvero quei temi “caldi” in cui per Google bisogna essere necessariamente un professionista riconosciuto per contribuire con dei contenuti di qualità.

I termini Latent Semantic Indexing

Le Latent Semantic Indexing (LSI) sono “raggruppamenti di parole” che i motori di ricerca utilizzano per scoprire come gli utenti cercano nel Web. Questi gruppi di termini vengono utilizzati per esprimere dei concetti, e i sistemi come Google e Bing li identificano dinamicamente attraverso il loro algoritmo, per definire meglio il relativo campo semantico e le associazioni con altri gruppi di parole (ad esempio attraverso i sinonimi).Le parole correlate suggerite da Google

Le parole chiave a coda lunga

Le long tail keywords sono invece parole chiave composte, più specifiche e meno competitive. Espandendo il discorso possiamo chiamarle termini di ricerca, ovvero parole chiave che realmente vengono utilizzate dagli utenti per le loro ricerche nel Web (mentre le keywords sono più delle astrazioni).

Per fare un esempio pratico:

  • Parola chiave (assurda e non utile): “hotel”
  • Parola chiave (sensata, ma poco utile e molto competitiva): “hotel 4 stelle”.
  • Termine di ricerca (utile): “hotel 4 stelle a padova”.
  • Termine di ricerca a coda lunga (molto utile e con competizione mirata): “hotel 4 stelle con piscina a padova”.

Come scrivere un articolo SEO per il blog

Ecco finalmente alle linee guida per scrivere un articolo SEO per il blog. Come già premesso le possibilità sono davvero molte, quindi ti indicherò delle soluzioni generali, che con l’esperienza che maturerai nel tempo potrai ampliare e migliorare.

Quante parole dovrei scrivere?

Non esiste una lunghezza tipo, ma esiste la lunghezza che a te serve per scrivere un testo originale, informativo e persuasivo per i tuoi utenti. Se desideri un numero, inizia con articoli di circa 1000 parole, ma è solo un numero di partenza, ad esempio:

  • Contenuti molto specifici e articolati richiederanno ben più di 1000 parole (>2500 parole).
  • Contenuti creati per utenti social saranno invece maggiormente sintetici e concentrati (500/1000 parole).

Quante keywords inserisco nel testo?

Personalmente prediligo articoli che si concentrano su un argomento, di conseguenza punta a costruire tutto il testo attorno ad una parola chiave (coadiuvata ovviamente da LSI come sinonimi e parole correlate).

Quindi una sola keywords: ma quante volte la ripeto nel testo?

La diatriba sulla keywords density è forse la più antica della SEO. Anche qui non esiste una regola, ma a me piace gestire a “spanne” le quantità delle parole chiave in questo modo:

  • una nel titolo dell’articolo (più a sx possibile);
  • una nelle prime 160 parole dell’articolo;
  • una (più o meno) a metà dell’articolo;
  • una a fine articolo;
  • una in uno dei titoli H2 dell’articolo;
  • una nel nome di un file immagine (e nell’alt-tag);
  • una nel meta title;
  • una nella meta description;
  • una nella url (in versione breve).

Titoli H2? Cosa sono?

Per agevolare la lettura del testo, ti conviene suddividerlo in paragrafi. Quando i paragrafi introducono una nuova sezione dell’argomento, ti consiglio di utilizzare dei titoletti che avranno l’impostazione HTML H2. Utilizza quelli che ti servono, senza strafare (ma su 1000 parole almeno un paio), e solo in uno di questi utilizza la keyword principale (guarda la struttura di questo articolo per capire meglio cosa intendo per paragrafi e titoli).

Utilizza gli elenchi puntati o numerati

Se il tuo testo richiede delle liste, allora ti conviene utilizzare gli elenchi (un po’ come faresti in Word) perché facilitano la comprensione del testo.

Utilizza le immagini

Le immagini hanno un impatto visuale 8 volte più incisivo delle parole, quindi è importante utilizzarle nel testo. Non esiste una quantità perfetta, perché dipende dal contesto. Se vuoi una indicazione per partire, inseriscine una ogni 300 parole.

Ricorda che le immagini vanno ottimizzate prima di essere inserite nell’articolo, quindi ecco qualche consiglio utile:

  • Se l’immagine originale è ad esempio 2480×1920, ma ti serve 800×600 px, ottimizzala prima di caricarla nel sito (per esempio con un programma di fotoritocco).
  • Le immagini devono essere “leggere” in termini di Kb. Quindi 50/70 Kb per quelle “standard” e 100/140 Kb per quelle a tutto schermo (full width).
  • Utilizza sempre il formato JPG, e il PNG solo quando hai bisogno delle trasparenze.
  • Rinomina il file con un nome che rappresenta l’immagine. Ad esempio: se hai l’immagine di un mouse Logitech 9000, il file si potrebbe chiamare “mouse-logitech-9000.jpg” (e non “m9000.jpg”).
  • Utilizza l’alt-tag delle immagini, inserendo il medesimo nome del file immagine.

Utilizza link esterni ed interni

Nel testo puoi inserire link interni (verso pagine del tuo sito) e/o esterni (verso altri siti, meglio se importanti ed autorevoli). Probabilmente nel tuo testo farai riferimento ad altri argomenti, che possono essere già stati trattati da te, oppure avere una destinazione esterna. Per farti un esempio se non sai chi sia Seth Godin, ti invito a leggere il mio articolo sulla sua Mucca Viola (questo è un esempio di link interno), ma se vuoi approfondire sul suo modo di fare marketing, ti consiglio di visitare il suo sito personale (questo è un esempio di link esterno).

I link espandono le informazioni per i tuoi utenti, migliorando la qualità del tuo articolo. Inseriscine un paio se pertinenti e meglio ancora se verso siti autorevoli (es. Wikipedia).

Stile di “scrittura”

Personalmente prediligo uno stile informale professionale, che è quello che sto utilizzando anche per questo articolo. Mi piace che l’articolo dia del “tu” al lettore, ma al contempo arricchisca la sua lettura con argomenti approfonditi in maniera originale e chiara (professionale). Per enfatizzare alcuni concetti chiave potresti utilizzare il grassetto esattamente come sto facendo anch’io in questo testo.

Ricorda che nel Web le persone sono sempre di fretta, e quindi nel tuo articolo devi dire già come la pensi nelle prime tre righe. Se poi catturi l’attenzione del lettore, svilupperai il tuo “percorso semantico” nel testo.

Utilizza le meta informazioni

Il meta title e la meta description sono due impostazioni tecniche che puoi assegnare al tuo articolo. Il loro scopo è quello di ottimizzare lo snippet dell’articolo stesso nella SERP del motore di ricerca. Nell’immagine qui sotto puoi vedere lo snippet (evidenziato dal riquadro rosso) di un mio articolo all’interno della classifica dei risultati di ricerca (SERP) in Google.

esempio-meta-informazioni-seo

Da questo punto di vista, se utilizzi WordPress, il plugin Yoast SEO ti facilita molto il lavoro di inserimento di queste informazioni nell’articolo, rendondoti la loro compilazione più semplice da fare.

Ottimizza la url dell’articolo

Come vedi la url di questo articolo è “guida-seo-blog” ed è la versione light del titolo dell’articolo stesso: “Guida SEO su come scrivere un articolo nel tuo blog”. Personalmente sposo la tendenza che prevede url corti e concisi, perché ritengo sia un modo migliore di ottimizzare tutte le url del sito stesso.

Sii creativo col titolo dell’articolo

Come detto il titolo dell’articolo dovrebbe contenere (meglio se iniziando) la parola chiave principale. Ma non è l’unico modo per ottimizzare il titolo principale di tutto il tuo lavoro. Devi essere creativo e utilizzare numeri e aggettivi per “condire” al meglio il titolo. Guarda questi esempi (su parola chiave “consigli per dimagrire“):

  • Consigli per dimagrire
  • 10 consigli per dimagrire
  • 10 Super consigli per dimagrire
  • 10 Super consigli per dimagrire velocemente
  • 10 Super consigli per dimagrire velocemente e senza fatica

Secondo te quale è il più incisivo? Penso che anche tu ritenga l’ultimo titolo quello più persuasivo, proprio perché è arricchito con un numero iniziale (“5 modi per fare la torta della nonna”; “3 soluzioni contro le zanzare”…) che identifica meglio nella testa del lettore il valore del contenuto che andrà a leggere. Un altro sistema è quello di contestualizzare con la data il titolo dell’articolo: “Guida definitiva per dimagrire senza fatica [edizione 2018]”…).

Quello che vorrei farti capire è che il titolo è importante, perché è la prima cosa che legge un utente e quindi ha l’arduo compito di creare le premesse che spingeranno (o non spingeranno) l’utente a continuare la lettura.

Inserisci l’autore dell’articolo

Nel periodo in cui spopolano blogger ed influencer, specificare chi sia l’autore dell’articolo (come faccio anch’io nella parte inferiore di questo post) permette di creare una connessione più profonda tra autore e lettore. L’obiettivo è sempre quello di spingere gli utenti a diventare followers e promoter attivi dei propri contenuti (es. condividendoli nei loro canali social).

Inserire un indice dell’articolo

Inserire un sommario (tables of contents) non a tutti piace, ma può essere molto utile e viene apprezzato anche dai motori di ricerca. Creare un indice cliccabile in testa all’articolo agevola la navigazione dell’utente, ma deve essere realizzato molto bene e in modo semplice, privilegiando soprattutto la UX experience. Generalmente può essere fatto “a mano” con le ancore, oppure puoi utilizzare un plugin come Easy Tables of Contents (gratuito) oppure Fixed TOC (a pagamento).

Utilizzare la data dell’ultimo aggiornamento

A nessuno piace leggere articoli vecchi, anche se a loro tempo erano interessanti. Per questo motivo ti consiglio di sostituire la data di pubblicazione dell’articolo, con la data dell’ultimo aggiornamento (come avviene anche in questo post).

Architettura SEO e tipologia di contenuto

Questo paragrafo l’ho tenuto per ultimo, ma richiederebbe un approfondimento separato. La domanda è: “Come devono essere strutturati i contenuti all’interno di un sito?“. Stiamo superando il “limite” del singolo articolo del blog per ragionare sul concetto di struttura (SEO oriented) del sito, perché il posizionamento del singolo elemento è comunque influenzato da tutta l’architettura del sito.

L’architettura di un sito infatti dispiega le singole pagine Web e le collega organicamente (e gerarchicamente) tra loro attraverso i link. Se la struttura è ben progettata, utenti umani e motori di ricerca (attraverso gli spider bot) troveranno più facilmente i contenuti e il posizionamento nella SERP migliorerà.

Una struttura funzionale potrebbe essere:

  • Homepage
  • Categorie/sezioni
  • Sottocategorie (se presenti)
  • Pagine Web (pagine e articoli)

Piramide-SEO-Contenuti

Nella Guida sulla struttura SEO di un sito, lo staff Yoast utilizza l’immagine della piramide (rovesciata) per rappresentare la struttura ideale di un sito.

  • Ottimizzare e semplificare la navigazione del menu principale;
  • Utilizzare il breadcrump;
  • Categorizzare e taggare i contenuti.
  • Creare “aree semantiche” per gli argomenti.

Questi elementi concorrono tutti assieme per semplificare la vita agli utenti (e ai bot dei motori di ricerca) per rendere migliore l’esperienza di navigazione.

Alla luce di quanto detto fin qui in questo paragrafo, voglio parlarti della tipologia di contenuto:

  • Cornerstone content
  • Skyscrapers Content
  • 10x Content
  • Pillar Content

L’importanza di questi contenuti è notevole per il successo del tuo blog, ma secondo me la differenza è “meno sensibile” rispetto a quanto viene scritto in tanti blog. Mi piace come l’articolo di Overthink affronta questo argomento.

tipologia-contenuti

Il Cornerstone Content è una sorta di articolo approfondito che ricopre un ruolo strategico nel piano editoriale, perché a lui sono connessi molti contenuti (link interni ad altri articoli e/o pagine) satellite. Si tratta di un contenuto chiave che raccoglie in un unico posto molti contenuti di qualità (per questo è una pietra angolare, perché connette, fa incontrare i contenuti con l’utente). Generalmente è lungo e articolato (oltre 2000 parole), approfondito e sempre aggiornato sul tema trattato. Un esempio potrebbe essere: Guida al Social Media Marketing (argomento molto ampio).

Lo Skyscraper Content si rifà alla tecnica del grattacielo che Brian Dean di Backlinko ha pubblicato qualche anno fa. Fondamentalmente si tratta di tecniche, ad esempio tutorial o guide step by step, su come fare una specifica cosa. Il principio che sta alla base è il miglioramento/aggiornamento di un contenuto già esistente. Un esempio potrebbe essere: Come raggiungere i 10K follower in Instagram in 30 giorni (how to su come fare una cosa specifica).

I 10x Content sono simili ai precedenti, ma se questi sono contenuti strepitosi, i 10x sono contenuti sensazionali, incredibili, imperdibili. Molto spesso di configurano in mini siti oppure landing page dedicate. Un esempio potrebbe essere: Corso su come diventare un Instagram influencer (contenuto articolato in una landing).

Il Pillar Content è simile al Cornerstone Content, ma è maggiormente specifico su un argomento, perché l’obiettivo è l’approfondimento dell’argomento. Un esempio potrebbe essere: Guida per crescere in Instagram (argomento specifico).

Esistono altre varianti, ma come detto qualche riga qui sopra, ritengo che la loro differenza sia spesso sopravvalutata. A parer mio i contenuti devono essere sempre approfonditi ed interessanti per il pubblico (Cornerstone, Pillar), ma in alcuni casi è possibile realizzare dei contenuti grandiosi (Skyscraper, 10x), più elaborati e lunghi da creare e per questo motivo rari e preziosi per il pubblico (e quindi per la SEO).

Siamo alla fine…

Finalmente dirai 🙂 siamo giunti al termine di questa mini guida su come scrivere un articolo per il blog e ottimizzarlo per la SEO. Concludo dicendo che tutte queste impostazioni sono apprezzate dai motori di ricerca, non perché sia il loro algoritmo a “desiderarle”, ma perché l’analisi dello stesso algoritmo ritiene che seguire queste linee guida, migliori la vita delle persone in carne e ossa che navigano il Web a “caccia” di contenuti interessanti.

Proprio per questo motivo ribadisco “Scrivi per le persone ed ottimizza per il motore di ricerca, perché è l’evoluzione dell’intelligenza artificiale dei motori (vedi RankBrain) che nel tempo si avvicinerà sempre più al modo di cercare degli esseri umani.

Adesso tocca a te. Parola d’ordine: sperimentare! 😉

Mi chiamo Gabriele Rizzi

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